Le cause dell’ansia
I disturbi d’ansia hanno una complicata rete di cause, tra cui:
- Fattori ambientali: elementi nell’ambiente intorno a un individuo possono aumentare l’ansia. Lo stress da una relazione personale, lavoro, scuola o situazione economica può contribuire notevolmente ai disturbi d’ansia. Anche bassi livelli di ossigeno nelle aree ad alta quota possono aggiungere sintomi di ansia.
- Genetica: le persone che hanno familiari con un disturbo d’ansia hanno maggiori probabilità di sviluppare propri disturbi legati all’ansia.
- Fattori medici: altre condizioni mediche possono portare a un disturbo d’ansia, come gli effetti collaterali dei farmaci, i sintomi di una malattia o lo stress da una grave condizione medica di base che potrebbe non innescare direttamente i cambiamenti osservati nel disturbo d’ansia ma potrebbe causare significativi adattamenti dello stile di vita, dolore o movimento limitato.
- Chimica cerebrale: esperienze stressanti o traumatiche e fattori genetici possono alterare la struttura e la funzione del cervello per reagire più violentemente a fattori scatenanti che in precedenza non avrebbero causato ansia. Psicologi e neurologi definiscono molti disturbi d’ansia e dell’umore come disturbi agli ormoni e ai segnali elettrici nel cervello.
- Uso o interruzione di sostanze stupefacenti: lo stress della vita quotidiana combinato con uno dei precedenti potrebbe servire come fattori chiave per un disturbo d’ansia.
A volte, eventi stressanti si verificano a seguito di una terza parte, come un datore di lavoro o un partner, ma i sentimenti ansiosi possono emergere da persone che si dicono che accadrà il peggio. Un disturbo d’ansia può svilupparsi senza alcuno stimolo esterno.
L’ansia sproporzionata può derivare da una combinazione di una o più delle suddette cause.
Ad esempio, una persona può rispondere allo stress sul lavoro bevendo più alcol o assumendo sostanze stupefacenti, aumentando i livelli di ansia e il rischio di ulteriori complicazioni.
Scopriamo di più sull’ansia.
L’ansia è un’emozione di disagio accompagnata da sensazioni di tensione, minaccia e sintomi fisici come l’aumento della pressione sanguigna, tachicardia, vertigini e capogiri.
Ansia deriva dal latino “angere” ossia “stringere”, che ci comunica una sensazione di costrizione, di insicurezza e di preoccupazione legate principalmente alla propria visione del futuro di breve o medio termine.
L’ansia è definita dall’American Psichiatric Association (1994), come:
“L’anticipazione apprensiva di un pericolo o di un evento negativo futuro, accompagnata da sentimenti di disforia (l’opposto dell’euforia) o da sintomi fisici di tensione. Gli elementi esposti al rischio possono appartenere sia al mondo interno che a quello esterno” (APA, 1994; cit. in: Franceschina et al., 2004, p. 213).
L’ansia è uno stato mentale a una potenziale minaccia. L’ansia eccessiva o sproporzionata può diventare una malattia. Si pensa che i primi meccanismi di sviluppo contribuiscano allo sviluppo fisiologico nell’adulto dell’ansia. I meccanismi di sviluppo sono sia sotto il controllo genetico sia sotto quello ambientale e determinano la tendenza di ciascuno di noi ad esprimere ansia in determinate situazioni.
I disturbi d’ansia si verificano quando una persona sente regolarmente livelli sproporzionati di angoscia, preoccupazione o paura per uno stimolo emotivo. Identificare il motivo dietro una presentazione dell’ansia può essere la chiave per il successo del trattamento.
L’ansia nella Storia
Gli antichi greci, da Ippocrate ad Aristotele, la chiamavano melanconia e la trattavano trattando i pazienti con rimedi naturali a base prevalentemente di vino. Dal Medioevo in poi l’ansia divenne malattia mentale, mentre i rimedi erano legati alla pratica della religione. Nonostante l’Illuminismo e un certo sviluppo della ricerca medica e biologica di quel periodo, molti rimedi restano primitivi: tra questi spiccano salassi, l’uso di oppio e pietre preziose, decotti naturali. Solo dall’800 in poi l’ansia viene inquadrata come malattia mentale da curare attraverso psicoterapia o farmaci per rispondere a questa malattia con una “terapia dell’anima”.
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