Disturbo post-traumatico da stress (PTSD)
Tra i disturbi più comuni dell’ansia, il DPTS si sviluppa dopo aver assistito o sperimentato qualcosa di traumatico. I sintomi possono iniziare immediatamente o manifestarsi ad anni di distanza. Cause comuni includono guerra, calamità naturali o attacchi fisici. Gli episodi di PTSD possono essere attivati senza preavviso.
Disturbo ossessivo-compulsivo (DOC)
Le persone con disturbo ossessivo compulsivo possono sentirsi sopraffatte dal desiderio di eseguire ripetutamente rituali particolari (compulsioni) o sperimentare pensieri invadenti e indesiderati che possono essere angoscianti (ossessioni).
Le compulsioni comuni includono il lavaggio abituale delle mani, il conteggio o il controllo di qualcosa. Le ossessioni comuni includono preoccupazioni sulla pulizia, impulsi aggressivi e necessità di simmetria.
Fobie
Questi includono la paura degli spazi ristretti (claustrofobia), la paura delle altezze (acrofobia) e molti altri. Potresti avere un forte bisogno di evitare l’oggetto o la situazione temuti.
Malattia da panico
Ciò provoca attacchi di panico, sentimenti spontanei di ansia, terrore o condanna imminente. I sintomi fisici comprendono palpitazioni cardiache, dolore toracico e respiro corto.
Questi attacchi possono verificarsi in qualsiasi momento. Puoi anche avere un altro tipo di disturbo d’ansia insieme al disturbo di panico.
L’ansia e i disturbi derivanti dall’ansia
L’ansia solitamente si divide in due categorie, passeggera o permanente; la prima, riguarda l’ansia di stato. Può poi subentrare l’ansia di tratto, ovvero quando uno stato di ansia diventa pervasivo al punto da diventare una caratteristica persistente della personalità.
Secondo il DSM V, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, l’ansia diventa un disturbo quando è eccessiva e persiste nell’individuo per almeno sei mesi.
I principali disturbi d’ansia categorizzati sono:
- Disturbo d’ansia da separazione
- Mutismo selettivo
- Agorafobia
- Ipocondria
- Fobie specifiche
- Disturbo d’ansia generalizzata
- Disturbo di panico
- Fobia sociale
- Disturbo d’ansia indotto da sostanze
- Disturbo d’ansia causato da altre situazioni mediche
Ci sono inoltre altri due principali disturbi che, in versioni precedenti del DSM, erano inseriti in questo elenco e che ora, per la loro specificità e particolarità – oltre che per la maggiore incidenza nella popolazione – sono stati inseriti in capitoli diversi. Sono:
Il disturbo ossessivo compulsivo (OCD)
Il disturbo ossessivo compulsivo è un disturbo psichiatrico che si caratterizza per la presenza di ossessioni (come ad esempio i pensieri intrusivi) e compulsioni (comportamenti ripetitivi se non rituali, compiuti per cercare di mettere a freno le ossessioni) nei comportamenti principali dell’individuo. Tutto ciò genera ansia perché è vissuto come inappropriato. La persona la maggior parte delle volte se ne rende conto, non riesce, però, a mettervi un freno. Nella nostra società per esempio la parte più conosciuta di questo disturbo riguarda le ossessioni e compulsioni legate alla pulizia e ai germi. Le persone affette da OCD tendono a pulirsi ripetutamente, mettere in ordine le proprie cose attraverso schemi rigidi, ripetere le stesse azioni molte volte
Il disturbo post traumatico da stress (PTSD
Il disturbo post traumatico da stress si manifesta a seguito di un evento particolarmente traumatico per la persona, evento che interrompe bruscamente la vita quotidiana e che mette a dura prova la salute e l’integrità fisica e psichica della persona. Inizialmente questo disturbo si diagnosticava principalmente in soldati di ritorno dalla guerra, ma va tenuto presente che non si può diagnosticare la gravità di un evento e soprattutto l’impatto che questo evento potrà avere sulla vita di qualcuno. Il trauma è un’esperienza generata da un evento che sfugge al controllo e dalla volontà della persona. Ovviamente sappiamo che i livelli di gestione del controllo sono diversi in ognuno di noi. Persone con una maggiore resilienza o un valido appoggio esterno possono essere in grado di gestire aventi traumatici anche gravi; persone con meno risorse o una situazione personale più deficitaria anche a fronte di una problematica vista (agli occhi degli altri) come più gestibile potrebbero trovarsi in maggiore difficoltà. La percezione del rischio, che è quella che determina il grado di coinvolgimento, cambia da persona a persona. Non spaventatevi quindi se, a fronte di un problema, non riuscite a capire come affrontarlo: non siamo tutti uguali e ognuno ha esigenze e bisogni diversi. Per questo motivo negli ultimi anni si sta diffondendo il termine “micro trauma”: un evento non deve necessariamente essere grave o catastrofico per causare un PTSD. Anche tanti piccoli eventi difficoltosi, sommandosi tra di loro, vissuti costantemente (pensiamo ad esempio al mobbing, allo stress da lavoro correlato), possono far sviluppare identici sintomi, per poi sfociare in un unico disturbo più rilevante.
Solitamente i sintomi più frequenti sono ansia, depressione, ricordi intrusivi, calo del tono dell’umore. A volte si arriva anche a rivivere costantemente l’evento traumatico.
Ciò può portare a mettere in atto meccanismi di difesa tipici dell’ansia come ad esempio l’evitamento: si cerca in tutti i modi di non entrare in contatto con persone, luoghi, qualsiasi cosa che possa ricordare il trauma. Ciò ovviamente riduce di molto la qualità di vita della persona.
Come dicevamo poco fa, non sempre a fronte di un evento traumatico si sviluppa un PTSD. Spesso i sintomi ad esso collegato si risolvono con il passare del tempo. Se questo non succede, non siamo soli: possiamo affrontare questa situazione con l’aiuto di un professionista ci aiuti nell’elaborazione dell’evento traumatico. Affrontando il prima possibile la situazione di difficoltà e disagio, attuando le giuste strategie terapeutiche, lo psicologo cerca di favorire l’elaborazione del trauma.
Un percorso di psicoterapia in situazioni di trauma può svilupparsi anche attraverso determinate tecniche, come ad esempio l’ipnosi, l’EMDR, i test psicometrici. L’intervento parte ovviamente dall’evento traumatico, per poi spostarsi anche verso la vita quotidiana del paziente e la sua qualità. Un iniziale intervento farmacologico può aiutare il paziente a sopportare meglio lo stato di ansia e di angoscia che inevitabilmente si è venuto a creare, ma è grazie alla psicoterapia e alle sue tecniche che la persona impara man mano a differenziare le sensazioni (fisiche e psichiche) che ha rispetto all’evento traumatico, per eliminarne l’angoscia correlata. A quel punto potrà comunque capitare di rivivere l’evento traumatico ma, grazie alla maggiore consapevolezza acquisita, si riusciranno a tenere sotto controllo i vissuti ad esso legati.
Solitamente i sintomi più frequenti sono ansia, depressione, ricordi intrusivi, calo del tono dell’umore. A volte si arriva anche a rivivere costantemente l’evento traumatico.
Ciò può portare a mettere in atto meccanismi di difesa tipici dell’ansia come ad esempio l’evitamento: si cerca in tutti i modi di non entrare in contatto con persone, luoghi, qualsiasi cosa che possa ricordare il trauma. Ciò ovviamente riduce di molto la qualità di vita della persona.
Come dicevamo poco fa, non sempre a fronte di un evento traumatico si sviluppa un PTSD. Spesso i sintomi ad esso collegato si risolvono con il passare del tempo. Se questo non succede, non siamo soli: possiamo affrontare questa situazione con l’aiuto di un professionista ci aiuti nell’elaborazione dell’evento traumatico. Affrontando il prima possibile la situazione di difficoltà e disagio, attuando le giuste strategie terapeutiche, lo psicologo cerca di favorire l’elaborazione del trauma.
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