Si parla di attacco di panico come di un evento improvviso e che colpisce senza alcun preavviso anche con un insieme di diversi disturbi, qualcuno lo descrive come una sensazione di morte imminente, come uno sconvolgimento fisico e psichico che ha il potere di destabilizzare fortemente l’individuo, portandolo a sperimentare angoscia e senso di impotenza. Dalle difficoltà respiratorie alla sensazione di uno stato di oppressione al petto, dallo svenimento sino alla paura di morire, l’attacco di panico è una compresenza di fattori somatici e psichici, un fenomeno che viene descritto in maniera così invasiva che il soggetto riesce ad uscirne e a superare l’evento con estrema fatica, portandosi addosso per parecchio tempo tutto lo stress emotivo.
Perché durante un attacco di panico il corpo e la mente sono come paralizzati
In un attacco di panico, pensiero ed azione sono paralizzati. Ed è propria questa “paralisi” che, in chiave psicosomatica, corrisponde ad una “paralisi emotiva” a tutti gli effetti. L’attacco di panico, che nei casi più gravi può associarsi a fenomeni di depersonalizzazione, si verifica a seguito di un input esterno che il soggetto non riconosce a livello cosciente o di un input interno che fa da motore. Accanto dunque al sintomo più evidente che coinvolge il corpo nella sua interezza, esistono cause psicologico/affettive che sono da ricondurre al periodo in cui si struttura la personalità. Secondo il modello psicosomatico, in un attacco di panico emerge fortemente il legame corpo-mente, in quanto il cervello influenza le reazioni del corpo che, per una congestione del sistema limbico, rende impossibile al cervello l’elaborazione di una risposta funzionale. Una crisi di panico può esprimere dunque una profonda reazione emotiva ad un pericolo reale o, molto più plausibilmente, a violente tensioni interne. La reazione, per il meccanismo della disregolazione affettiva, è comunque spropositata rispetto all’importanza del fattore scatenante.
5 milioni di italiani soffrono di attacchi di panico
È stato stimato secondo quanto riportato da ultime ricerche, che attualmente almeno 5 milioni di italiani, di età media compresa tra i 25 e i 45 anni, soffrono di attacchi di panico. Il dato è senza dubbio molto allarmante ed apre una finestra su un disagio che spesso invalida fortemente la quotidianità, sia del soggetto che naturalmente deve vivere con questa condizione di forte disagio, sia con i familiari e con le persone che si trovano a dover fornire assistenza e supporto, nell’immediato, alla persona che viene colpita dall’attacco di panico. Oltre a questo, si deve inoltre considerare che, proprio per la natura di questo disagio, chi non ne soffre difficilmente può arrivare a capire lo stato in cui versa la persona che sperimenta questi episodi fortemente destabilizzanti, anche per questo motivo è molto importante prendere coscienza del problema per poter sostenere al meglio la persona colpita dall’attacco di panico.
Quali sono i sintomi degli attacchi di panico
Abbiamo in precedenza accennato alla concomitanza di sintomi psicosomatici e sintomi cognitivi. Una crisi di panico si caratterizza infatti per tutta una serie di manifestazioni evidenti, come pallore, iper-sudorazione, accelerazione del battito cardiaco, tremori e dispnea, oltre che per una intensa sollecitazione interna (senso di smarrimento, paura di impazzire o di morire). Oltre allo stato d’animo e alla condizione fisica della persona che viene colpita da un attacco di panico, è molto importante valutare la frequenza con cui il disturbo si verifica. Si può parlare infatti di un vero e proprio disturbo cronico quando la frequenza degli episodi aumenta in maniera molto evidente sino a rendere molto difficile la normale quotidianità della persona colpita dall’attacco di panico e il suo rapporto con gli altri. La persona che si trova infatti a sperimentare di continuo esperienze del genere, sviluppa uno stato di allerta e di paura costante, che viene definito stato di ansia anticipatoria, una condizione di malessere costante in chi soffre abitualmente di attacchi di panico. Tutto è visto come minaccioso, dalle normali attività giornaliere sino allo stare in mezzo alla gente, inoltre anche l’idea che ci si possa trovare in un luogo lontano dalla propria “comfort zone”, ad esempio dalla propria casa o dai luoghi familiari, non fa altro che accentuare la preoccupazione.
Come affrontare gli attacchi di panico con l’aiuto dello Psicoterapeuta
Chi soffre di attacchi di panico di solito si focalizza su quello che prova e cerca in tutti i modi di contrastarlo, in particolare si tende a soffermarsi soprattutto sui sintomi fisici e quindi si ricercano le cause di un malessere che in realtà è provocato da altre cause, ecco quindi l’importanza di concentrarsi sulle cause recondite, indagando su cosa abbia dato avvio a queste reazioni disfunzionali. Secondo la psicosomatica, infatti, l’attacco di panico deriva da uno o più conflitti di tipo psichico che non sono mai stati risolti. L’attacco di panico segnala che c’è qualcosa che non va nella vita della persona e che c’è bisogno di riconoscerlo, affrontarlo e risolverlo, onde evitare che diventi pericoloso per la propria salute fisica e psichica.
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