Una pressione sanguigna alta può essere molto pericolosa per la salute, e spesso questa patologia può essere influenzata da fattori come stress e ansia. Da qui la definizione di ipertensione emotiva.
Perché la pressione arteriosa risponde allo stress
Sempre più studi dimostrano una correlazione tra ipertensione e qualità della vita. Se quest’ultima è di alto tenore, il rischio è minore. Viceversa, le persone più ipertese tendono a segnalare un benessere ridotto e livelli di stress più elevati.
Lo stress, infatti, se protratto nel tempo, può diventare causa di sintomi fisici. Quando la risposta del nostro organismo allo stress si innesca, si manifesta anche sotto forma di vasocostrizione e aumento del battito cardiaco, che di conseguenza si traducono in un aumento temporaneo della pressione sanguigna.
Ansia, stress e depressione, se protratti nel tempo, possono quindi essere dannosi per il benessere psicofisico. Ma anche la rabbia, la paura e l’ostilità. Nelle persone con ipertensione, infatti, si riscontra come uno tra i fattori principali la continua lotta con le emozioni aggressive.
I sintomi dell’ipertensione emotiva
Tra i sintomi più comuni della pressione alta da ansia e stress troviamo:
- fiato corto e l’aumento della respirazione;
- rialzo pressorio
- aumento del battito cardiaco
- vertigini
- alterazioni della vista
- ronzio nelle orecchie
- mal di testa, spesso al mattino
- ritmi cardiaci irregolari
Nei casi più gravi si possono anche riscontrare affaticamento, nausea, ansia e tremori muscolari. In più, se non trattata, l’ipertensione da ansia può provocare anche un dolore toracico persistente.
Le possibili cause psicologiche dell’ipertensione emotiva
Dal punto di vista psicosomatico, le persone che sviluppano l’ipertensione sono estremamente controllanti, verso se stessi ma anche verso gli altri.
Questo significa che tendono a bloccare le emozioni, reprimendole senza permettersi di esprimerle o sperimentarle. Alla base di questo blocco c’è, infatti, la paura di trovarsi a fare i conti con emozioni o situazioni difficili da controllare e da gestire ma anche il sovraccarico di responsabilità che arriva cercando sempre di mantenere il controllo su tutto.
Questo atteggiamento ha delle conseguenze fisiche: richiede molto ossigeno e molta energia sia al cervello che al corpo, per questo il cuore inizia a pompare il sangue con una pressione sempre più alta.
Come gestire gli sbalzi di pressione da stress e ansia
Sono diversi i modi con cui è possibile gestire la pressione alta da ansia o stress.
Tra questi troviamo la regolare attività fisica – che riduce in modo naturale i livelli di stress -, un’alimentazione sana ed equilibrata, la riduzione del consumo di caffeina e alcool, una buona qualità del sonno, ma anche la respirazione profonda – che migliora la circolazione sanguigna – e la meditazione.
Rimedi contro l’ipertensione emotiva
Tra i principali rimedi per l’ipertensione emotiva, come anticipato prima, c’è sicuramente la gestione dello stress.
Per le persone ipotese, infatti, è fondamentale raggiungere un certo tipo di benessere psicofisico, che passa anche dal sapere alleviare il carico di stress e ansia che dalla mente si trasferisce al corpo. Per farlo però è necessario modificare il proprio stile di vita. Un cambiamento non sempre facile ma necessario che può essere raggiunto grazie ad alcune strategie.
La prima è sicuramente quella di imparare a lasciar andare le emozioni, prendendo consapevolezza di quella che si sta provando. La seconda implica il saper rallentare, liberandosi dalle responsabilità o dagli impegni in eccesso.
Per raggiungere questi obiettivi, un grande aiuto arriva dalla psicoterapia, che può aiutare la persona ipertesa a cambiare il suo atteggiamento nei confronti delle emozioni, riducendo così i sintomi di ansia e stress.
La psicoterapia come rimedio alla cefalea tensiva
La psicoterapia è sicuramente uno strumento utile per intervenire sul mal di testa da stress. Questo perché indaga sulle cause e aiuta la persona a esternare e risolvere le problematiche che lo affliggono, e va oltra alla terapia sintomatica.
Il risultato del percorso è l’allentamento delle rigidità del paziente, fino all’attenuazione o scomparsa totale dei sintomi. Anche attraverso tecniche specifiche di rilassamento, come il decondizionamento o biofeedback.
Se vuoi saperne di più, contattami senza impegno. Possiamo anche parlare via Skype.
Articolo a cura della Dottoressa Luisa Merati. Medico, Psicologa, istruttore mindfulness, psicoterapeuta, esperta in ipnosi regressiva.