La dipendenza psicologica da fumo, o tabagismo, è una delle problematiche più diffuse nel mondo: di conseguenza smettere di fumare è uno degli obiettivi più inseguiti, ricercati e desiderati da moltissime persone sia per le implicazioni del fumo collegate alla salute sia per i suoi risvolti sociali e di relazione.
Tutti conoscono i danni causati dal fumo, le statistiche e gli studi mondiali mostrano cifre che sono davvero preoccupanti, tuttavia il fumo continua ad essere una delle attività più praticate, in particolare dai giovani e dalle donne. Rispetto alla prima metà del secolo scorso, quando fumare era considerato segno di trasgressione, modernità e di emancipazione, oggi queste motivazioni sono del tutto “sfumate”.
Il fumo per molti è un’abitudine, un gesto che infonde coraggio, che spinge al rilassamento, a scaricare la tensione, a rimettere ordine nello stato d’animo. Una volta creata questa associazione positiva tra la sigaretta e il benessere che in quel momento la persona prova, si instaura un’abitudine e spesso un vizio nel quale la sostanza inalata porta automaticamente all’appagamento, dimenticando del tutto quanto sia sbagliato e dannoso il fumo della sigaretta. La dipendenza psicologica dal fumo è spesso talmente forte che la persona che fuma non riesce a concepire la propria vita senza avere in mano la sigaretta.
Diventa difficile a questo punto smettere di fumare e anche se in molti ci provano, spesso questi tentativi sono solo un intervallo tra una sigaretta e la successiva. Per questo chi vuole realmente smettere di fumare ha spesso bisogno di supporto e di un reale sostegno psicoterapeutico per portare a termine il proprio intento salutare.
Il vizio del fumo legato ad ansia e rabbia
Prima di iniziare a smettere di fumare bisognerebbe soffermarsi a riflettere sul motivo per cui si fuma. Spesso, infatti, il vizio del fumo è legato a stati di ansia o di rabbia, che vengono placati attraverso il rito della sigaretta. Molti fumatori ammettono che il fumo è per loro un vizio con cui riescono a trasformare le emozioni negative in positive: dalla sigaretta si ottiene una sensazione di benessere immediato e appagante che fa dimenticare le conseguenze per la salute, o meglio, per la propria salute e anche per quella delle persone che subiscono il fumo passivo.
Spesso la dipendenza dal fumo, al pari di quella dalla droga o dall’alcol, rivela invece un vuoto interiore generato dalla mancanza di affetto, di amore, dal sentirsi inferiori e scarsamente considerati dagli altri. Purtroppo a condurre a questo possono sono spesso le esperienze traumatiche che si attraversano nel corso della vita. Il trauma subito, se non trova sfogo nell’immediato, si annida nell’inconscio e può emergere all’improvviso attraverso attacchi di ansia o di rabbia.
La persona che si rifugia nel fumo lo fa perché ha paura di affrontare il proprio disagio interiore e senza accorgersene ne diventa dipendente, tanto da convincersi che non potrebbe vivere senza.
In realtà non è così e chiunque può smettere di fumare, basta volerlo veramente e mettere in atto delle strategie mirate che portano ad abbandonare il fumo.
Smettere di fumare
Decidere di smettere di fumare con successo deve avere prima di tutto un attore protagonista: il fumatore. In genere, tanto più elevato è il numero delle sigarette fumate ogni giorno tanto maggiore è anche la difficoltà a smettere di fumare. Da qui la necessità di fare ricorso a un valido alleato che ci possa aiutare a smettere, lo psicoterapeuta, meglio se esperto in ipnosi.
Prima di smettere di fumare bisogna sapere che interrompere questa abitudine può dare luogo almeno inizialmente alla cosiddetta “sindrome della sospensione”, accompagnata da ansia, irritabilità, insonnia, cefalea o disturbi intestinali (sì, l’assenza improvvisa di nicotina ha un effetto anche sull’attività intestinale); tutti questi sintomi hanno però una durata limitata e sono presto sostituiti dai vantaggi per la salute che sono invece di lunga durata.
Chi ha deciso di smettere di fumare e ci è riuscito con successo e continuità ci fornisce alcune semplici “tips” che rendono più facile il tentativo di dire “addio” al fumo. Ecco alcuni consigli per trasformare il desiderio di smettere di fumare in una scelta di successo.
- Scegli il momento giusto. Non bisogna smettere quando capita, ma è consigliabile scegliere una condizione di ridotto stress emotivo. Per questo si consiglia di abbandonare le sigarette nel periodo delle vacanze, quando gli impegni di studio o di lavoro sono meno stressanti
- Smetti di colpo. Non pensare di ridurre il consumo di sigarette, perché questa tecnica non funziona. Meglio dire addio al fumo quando si è deciso di farlo e senza ripensamenti, passando dal consumo abituale a zero sigarette, in un colpo solo.
- Cambiare abitudini. Ogni fumatore collega il fumo ad alcune abitudini giornaliere. Occorre eliminare questi momenti e “rompere il rituale”, cercando di togliere quei meccanismi inconsci che ci ricordano di accendere la sigaretta.
- Modificare il tuo habitat. Elimina tutti gli oggetti che sono collegati al fumo, a partire dal posacenere ed eventuali scorte di sigarette che possono essere rimasti a disposizione in casa.
- Rimettiti in forma. Ridai ossigeno al cuore, ai muscoli e alle arterie “affumicate” da anni di sigarette. Contrasterai in anticipo il leggero aumento di peso che spesso segue la mancanza di nicotina tipica di chi ha appena smesso di fumare.
L’ipnosi è l’arma per smettere di fumare.
A seconda della gravità della condizione del fumatore, ovvero da quanto tempo si è tabagisti, quante sigarette si fumano al giorno e quante volte si è cercato di smettere di fumare da soli senza riuscirci, il ricorso alla figura di uno psicoterapeuta è una scelta raccomandabile se non addirittura obbligata.
In particolare uno psicoterapeuta esperto in ipnosi può essere un valido alleato di chi ha deciso di smettere di fumare e non ci è riuscito da solo.
I successi dell’ipnosi sul trattamento di pazienti che desiderano smettere di fumare vanno dal 4% all’88%, misurati a sei mesi dall’inizio del trattamento.
Perché una differenza statistica tanto importante?
- il numero delle sedute,
- la durata delle stesse,
- le tecniche ipnotiche impiegate
- le suggestioni utilizzate,
- la tipologia di pazienti (studenti, volontari, malati)
- i diversi tipi di trattamento (individuale o di gruppo).
Secondo 20 studi pubblicati sull’argomento dal 1970 una media statistica parla del 50% di successo a distanza di 6 mesi dall’inizio del trattamento. Fleischer, con una tecnica di induzione rapida ha raccolto l’80% di successi.